domenica 13 novembre 2016

Cose che cambiano, cose che restano

Ogni neo genitore, credo, vive in una sorta di regime dittatoriale con a capo il neonato. Noi siamo in un regime di dittatura illuminata che poi, probabilmente, è la miglior forma di governo (il problema è che i veri dittatori illuminati sono più rari delle fenici, degli unicorni e delle uova di roc). D'istinto deve aver capito che questi genitori improvvisati alcune cose non le avrebbero potute reggere, quindi (per ora) ci permette notti tranquille. Sa che l'ansia di questi genitori improvvisati non può reggere certi pianti. In settimana abbiamo fatto il controllo delle anche e all'appoggiarsi del gel gelido per l'ecografia è partito un pianto di un'intensità inaudita. È durato solo pochi minuti, ma è bastato a scuotermi nel profondo. Alla fine ho pensato che i poveretti che fanno tutto il giorno per lavoro ecografie ai neonati devono uscire dal turno con i timpani e i nervi a pezzi (me ne ricorderò quando mi lamenterò del caos dei miei studenti). Ancora devo assimilare l'idea che ci sono bambini che piangono in quel modo quasi tutto il giorno.
La pupattola pare essere di carattere dolce e comprensiva con questi genitori imbranati che le sono capitati e pare ricambiare il nostro entusiasmo per la nuova vita famigliare. Così vivo questa strana situazione di giornate dalla luce dorata, con lunghe passeggiate in carrozzina in cui scopro magari inaspettate fioriture verticali di margherite come quelle della foto. Poi torno a casa e apprendo che è morto anche Leonard Cohen, che Trump è il presidente degli Stati Uniti, che c'è tutto un mondo al di fuori della mia bolla di caldi colori autunnali e che quel mondo non va come io vorrei.
Vivo con degli strani ritmi da vacanziera a Ibiza, perché ho scoperto che alzarmi per la poppata della notte vuol dire nel migliore dei casi ondeggiare per diversi minuti nel tentativo di svegliarmi (mentre la pupa, invece, esige del latto subito!), nel peggiore bruciare accidentalmente il biberon. Così rimango sveglia fino circa all'una o alle due, un'orario per me, diurna, improponibile in precedenza. In compenso il marito si occupa della poppata dell'alba, cosicché io di fatto mi sveglio beata sette o otto ore dopo essere andata a nanna, con i ritmi un po' sfasati, ma senza sintomi da deprivazione di sonno. In quelle strane ore serali che non mi sono abituali purtroppo non riesco a scrivere (a volte è un problema essere diurna), ma leggo, anche se al momento ho dei problemi con un tomo troppo pensante. I libri leggeri li gestisco senza problemi con la pupa in braccio, ma se le cadono addosso le 1200 e fischia di quello attuale rischio di farle danni seri (maledetto Sanderson). Ho scoperto Sky Arte che quasi ogni sera mi propone una serata tematica musicale, cosicché io e la pupa ci stiamo facendo una cultura di tutto rispetto su generi musicali che ci erano estranei (il documentario su Demetrios Stratos mi ha aperto un mondo).

Tutti mi chiedono quanto mi senta cambiata. In realtà non saprei. Non tanto. Non quanto mi sarei aspettata. Sto facendo cose che ho sempre desiderato fare, dando affetto a una bimba, come ho sempre desiderato fare, quindi mi sembra abbastanza naturale esserne felice.
Non è cambiato, però, il mio modo di pensare o di vedere il mondo. 
Sinceramente, pensavo che mi sarei addolcita e che avrei indugiato maggiormente su pensieri dai colori confetto. O, meglio, che mi sarebbe interessato di più indagare intellettualmente pensieri color confetto. Che so, scrivere favole della buona notte. Scrivere racconti rosa e a lieto fine.
Invece sono passo le ore a fare i sorrisetti e i versetti alla pupattola, con il marito che si chiede seriamente se io sia impazzita, ma quando mi siedo al computer torno là nelle zone d'ombra che mi piace indagare.
Ho iniziato un nuovo racconto giallo, che in realtà covavo da quest'estate. È ambientato nel 1349. Nel pieno della grande peste.

21 commenti:

  1. Io ammiro molto il fatto che dalla maternità non si esca stravolti, che tu sia ancora tu, con i gialli da scrivere ecco. Se c'è una cosa che mi manda in bestia sono le solite frasi "solo dopo che sono diventata mamma ho capito che la vita, il dolore, l'amore ecc." Per favore. E' chiaro, bello, e giusto che tu sia felice, anzi bellissimo, bellissimo pure che la Pupattola riservi certi pianti solo al gel :D ma troppo stravolgimento mi sa di negazione dell'io precedente e questo so che non lo avrei voluto per me. Bellissimo post, grazie.

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    1. Chissà, magari io non ho ancora capito nulla di nulla...

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  2. L'intensità del pianto di un neonato è uno dei suoni che meno si sopportano, indipendentemente dal fatto di essere genitori. Mi fa davvero piacere che la bimba si dimostri collaborativa nel ménage familiare! :-)

    E sono anche contenta e curiosa di questo racconto giallo di ambientazione storica che bolle in pentola.

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    1. Non sta uscendo un capolavoro, ma penso che sia importante per me finirlo e abituarmi a scrivere a pezzi e bocconi. i Tempi delle ore intere dedicate alla scrittura, temo, se ne sono andati per sempre o quasi.

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  3. Sarò banale, ma forse certe esperienze più che cambiarci tirano fuori lati di noi prima nascosto. Nel cuore di un essere umano c'è posto per tutto. Per le smorfiette e le canzoncine, per le favole e gli assassini. Occorre solo seguire il flusso. :)

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  4. Sarò banale, ma forse certe esperienze più che cambiarci tirano fuori lati di noi prima nascosto. Nel cuore di un essere umano c'è posto per tutto. Per le smorfiette e le canzoncine, per le favole e gli assassini. Occorre solo seguire il flusso. :)

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  5. Più che cambiare, scopriamo nuove cose con la maternità.
    Mi sono rivista io qualche anno fa con le prime scoperte.
    Mi hai emozionato. Sei una mamma eccezionale, si nota da come descrivi questo momento.
    Dolcissimo e bellissimo.

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    1. Più che altro sono una mamma imbranata, ma la pupattola per fortuna è paziente.

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  6. Va bene così. Si resta se stessi pur diventando più dolci. Per dire: una neo-mamma che amava guadare film horror continuerà a guardare film horror... però, mentre guarda il film, ogni tanto si girerà verso la culla per ammirare il suo/la sua pargolo/a ;-)

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    1. Certo, si culla la pargola e intanto si chiede al marito una consulenza sul veleno...

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  7. Non si cambia, ci si completa. È un meraviglioso scambio che esige attenzioni e sacrifici: io, per esempio, non ho dormito per sei anni e i miei figli piangevano sempre sempre. I primi tempi sono stata a rischio esaurimento, poi ho fatto l'abitudine a tutto: i figli sono la più bella abitudine che possa capitare nella vita di una persona.
    Belle le passeggiate con il passeggino. Era un appuntamento quotidiano, l'unico momento in cui i miei figli si godevano il silenzio. E io con loro. :)

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    1. Ecco, già sei notti saltate di fila mi spaventano, lo ammetto. Hai tutta la mia ammirazione. Spero però che la pupattola continui a piangere solo per comprovati motivi (tanto io spero quello che voglio, che poi decide lei ed è giusto così).

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  8. Tu non sai quanto mi piace leggere mentre ti racconti in questo modo. Che sia il blog o un racconto, attiri come un magnete.
    Detto questo: viva la pupattola! :)

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  9. Adoro questi mini raccontini della tua nuova quotidianità!
    La mia curiosità patologica ringrazia!
    A te non verranno i confetti e i cuoricini ma scrivendo in questo modo li fai venire a noi!

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    1. Però l'omicida di questo racconto mi è venuto piuttosto banale, che sia l'inizio della fine?

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    2. C'è sempre tempo per renderlo più psicopatico!

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    3. Io lo voglio leggere presto il racconto della peste! 😃 Adesso sono da Cell, ci si risente stasera

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  10. E' difficile vivere la maternità senza trovarla diversa dal previsto, con tutto quello che abbiamo immaginato e ci hanno fatto immaginare. Per farti un esempio, io non ho mai provato un grande istinto materno, anche se desideravo un figlio, e credevo che diventare mamma mi avrebbe trasformata in un'appassionata di bambini; invece mi sono appassionata a mio figlio, ma verso i bambini in generale sono rimasta come prima. Era un'idea sciocca, a pensarci ora, ma in passato sembrava che una donna dovesse per forza sciogliersi a ogni bambino che incontrava.

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    1. Anche adesso e anch'io trovo splendida la pupattola, altri bambini no e mi ci sento un po' in colpa...

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