lunedì 14 dicembre 2015

Piovono libri – Il più grande uomo scimmia del Pleistocene



L'ultima riunione del gruppo di lettura si è svolta in un clima natalizio decisamente più folle e festaiolo del solito. Ci siamo trovati prima, abbiamo ordinato pizze assortite per improvvisare un giropizza in una gioiosa informità. Abbiamo trovato casa nella sede di un'associazione dove l'ampia sala ospita comodamente un gruppo di lettura che ormai sfiora la ventina di membri, con la possibilità di avere con noi anche quella che è ormai la mascotte ufficiale, il bassotto Cuore di una delle lettrici.
Il grande gioco ha visto un'innovazione che ha reso indimenticabile la serata. Non c'erano due squadre, ma tre. Due composte da lettori che si sfidavano come sempre nel cercare di rispondere alle domande a tema e una composta da quattro non lettori. Se le squadre "ufficiali" non sapevano rispondere, la terza poteva accaparrarsi i punti cantando una canzone di Natale. I quattro coraggiosi si sono lodevolmente impegnati, dando anche origine a una serie di video con cui potranno essere ricattati a vita. Quindi se qualcuno associa ancora "gruppo di lettura" a "serietà" visualizzi l'immagine di un gruppo di lettura composto da persone maggiorenni, con una maggioranza tra i trenta e i quarant'anni, che passano dallo cercare disperatamente di ricordare un particolare del romanzo all'esecuzioni di canzoni in improbabili lingue dalle improbabili pronunce con tanto di coreografie improvvisate degne di X factor. Sia agli atti che comunque ha vinto una squadra di leggenti (non la mia, ahimè, io sono assolutamente negata per questo tipo di giochi) e che forse ce la caviamo ancora meglio a leggere che non a cantare. L'impegno, però, è stato lodevole.

Al clima leggero della serata ha contribuito anche il libro del mese:
IL PIÙ GRANDE UOMO SCIMMIA DEL PLEISTOCENE
Un libro che quasi tutti (tranne i quattro cantanti) hanno terminato e apprezzato, con solo una persona che lo ha definito "inutile". 
Libro strano, del 1960, che mescola divulgazione scientifica, comicità e spunti di riflessione non banali.
Nell'Africa del paleolitico vive una famigliola di ominidi il cui capofamiglia, il più grande uomo scimmia del Pleistocene, è un indefesso inventore, ricercatore e innovatore proteso verso l'evoluzione della specie. Ognuno dei suoi figli, invece, incarna un'anima dell'uomo, il pragmatico cacciatore, il mistico, l'artista e così via.
Il romanzo gioca sull'assoluta modernità del linguaggio dei membri della famiglia, della loro piena conoscenza di vivere nel Pleistocene e di voler progredire, con una esposizione della storia dell'evoluzione umana assolutamente perfetta da un punto di vista scientifico, almeno per quello che se ne sapeva nel 1960. Quindi discutono con un impagabile "zio Vania", si preoccupano se trovano un esemplare di hipparion (all'epoca uno dei fossili guida per la datazione del pleistocene), perché significa che l'Olocene è ancora lontano, non sanno accendere il fuoco, ma filosofeggiano sul destino dell'uomo lamentandosi anche di non avere ancora un pensiero astratto abbastanza sofisticato. Questa continua metariflessione dei protagonisti crea un simpatico effetto comico che rischierebbe di diventare ripetitivo, se il romanzo non virasse poi verso un finale assai meno allegro, spunto di più di una riflessione.
Si tratta quindi di un romanzo peculiare, l'unica cosa vagamente simile che mi venga in mente è Le Cosmicomiche, sicuramente datato, sopratutto per la parte scientifica, ma ancora in grado di rivelarsi una lettura piacevole e non scontata.

Come sempre la discussione è stata arricchente.
Il romanzo ha avuto più successo in Italia e in Francia che non in Inghilterra, dov'è stato scritto, tanto che se ne è tentato il rilancio con edizioni dai titoli diversi. Per una volta il titolo italiano è più adatto e incisivo alle varie versioni inglesi che vanno dal più o meno accettabile (L'uomo dell'evoluzione) al "non ci azzecca per niente" (C'era una volta in un'era glaciale non mi prepara esattamente a una storia ambientata in Africa) allo spoiler bello e buono. Insomma, non tutte le traduzioni vengono per nuocere.
L'evoluzione del pensiero, come la si giri la si giri, sembra per sua natura portare verso una perdita dell'innocenza. Anche accettando che l'Eden non ci sia mai stato, l'intelligenza umana non può essere presentata priva dei suoi lati oscuri. Non posso inoltrarmi di più in queste riflessioni per non svelare il finale (che molto mi è piaciuto), ma c'è una sottigliezza inaspettata in un libro all'apparenza così leggero, nella rappresentazione di questi lati oscuri che nascono insieme alla religione e alla stratificazione sociale.

Personalmente ho trovato all'inizio la lettura un po' faticosa per motivi meramente metatestuali. Avendo studiato a lungo l'evoluzione umana all'università (sono e rimango un'archeologa preistoricista) ogni due righe mi interrompevo per ragionare sul riferimento scientifico dell'autore, su cosa si sapeva negli anni '60 e su cosa si sa adesso. Questo nulla toglie al piacere per una lettura leggera, ma tutt'altro che banale.
In realtà mi chiedo perché questo modo di fare divulgazione si sia perso. Perché non si pensa di poter fare una storia leggera e divertente per spiegare l'evoluzione umana (piuttosto che qualsiasi altra cosa) senza banalizzare né concetti né riflessioni.
Anche da un'ottica di prof, credo che Il più grande uomo scimmia del Pleistocene sia un gioiellino da rivalutare. Anzi, mi piacerebbe ci fossero più libri così. Divulgazione scientifica e una certa ricercatezza letteraria che si uniscono per creare un romanzo godibile a più livelli. 

13 commenti:

  1. Non conosco questo romanzo, e mi domando se mia sorella lo conosca. Lei è laureata in filosofia e ha fatto una tesi in antropologia (mi pare) sul linguaggio delle "grandi antropomorfe" che è stata anche pubblicata. Gliene parlerò, o le manderò il link! :)

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    1. Non so se abbia molto a che fare con i suoi (interessanti!) studi. Di certo è un romanzo insolito, anche se si basa su teorie ormai datate.

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  2. Sembra un libro interessante. Che cosa intendi con "Anche accettando che l'Eden non ci sia mai stato"? C'è qualcuno sano di mente che nel XXI secolo non lo accetta?

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  3. Uhm, non conosco il libro, però da come ne parli non sembra male.
    Mi diverte molto pensare anche al tipo di serata che organizzate in occasione del confronto di queste letture. Bello! :)

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    1. Le serate sono molto, molto divertenti. E anche il libro merita.

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  4. Se non abitassi così lontano, parteciperei anch'io alle vostre serate... non c'è davvero da addormentarsi! Come non c'è da addormentarsi con il romanzo che avete letto e commentato e che mi aveva messo proprio di buonumore a suo tempo. Le parti in assoluto più divertenti erano proprio quelle linguistiche, dove ad esempio questi ominidi approcciavano membri di altre tribù con le classiche espressioni da turista: "Do you speak English?" "Sprechen Sie Deutsch? ecc. proprio per il contrasto assurdo tra la situazione e un linguaggio articolato. Anche i passaggi sulla cosiddetta conquista delle femmine mi avevano divertito da morire.

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    1. Alcuni passaggi del romanzo sono meravigliosi, la parte dalla conquista delle donne in poi è quella che mi è piaciuta di più.

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  5. mi piacerebbe molto partecipare alle vostre serate, se non fosse che abito lontano ed è quindi praticamente impossibile

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    1. Io ho tentennato per anni prima di aggregarmi al gruppo, temendo una cosa assai noiosa, e invece... Magari c'è qualcosa di simile anche nella tua zona.

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  6. Sappi che l'idea di un gruppo di lettura di questo tipo intendo inserire nello statuto della mia associazione culturale di imminente fondazione. Mi saprai dare le dritte giuste.
    Consiglierò questo libro ai miei alunni.

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    1. Io sono una nuova arrivata nel gruppo, ma nei link qua a fianco trovi il rimando al blog di Elena, che saprebbe darti dritte molto migliori delle mie.
      Per i libro io l'ho proposto ai ragazzi, bisogna tener presente, comunque che alcuni passaggi più "scientifici" sono oggettivamente datati.

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