mercoledì 10 giugno 2015

Letture – Hyperion, Dan Simmons

Illustrazione ispirata al romanzo Hyperion, utilizzata per una delle
copertine del romanzo. Fonte flick.com
Le parole sono solo proiettili nella bandoliera della verità. E i poeti sono i cecchini.
Da "I canti di Hyperion" – Il racconto del poeta, in Hyperion, Dan Simmons

Tra le mie letture, uno degli autori che torna sempre più spesso è Dan Simmons. A volte mi incanta, a volte mi irrita, ma quasi mai mi lascia indifferente. Parlando con altri lettori, mi sono spesso trovata in questo dialogo:
– Ultimamente, apprezzo sempre di più Dan Simmons.
– Quindi hai letto Hyperion.
– Ehm... No.
– Ah... Hyperion...

Ah... Hyperion... 
Di questo romanzo (che poi, ho scoperto, è il primo di quattro) ho sempre sentito parlare con questo tono sognante, come di qualcosa che trascende la normale esperienza di lettura e di cui non si può parlare chiaramente. Ah... Hyperion...
Nessuno che sapesse dirmi di cosa parlasse (dell'Amore... Dell'umanità... Ah... Hyperion...). 
Il fatto è che Hyperion è stato per molto tempo introvabile, un romanzo mitico e quasi perduto. Se non che (adesso che, oltre tutto, Fanucci l'ha riproposto anche in e-book), facendo le pulizie in casa in modo un po' più radicale, ho trovato la vecchissima edizione Urania in due volumi del 1999 di mio marito. 
E l'ho letto.

Ah... Hyperion...
Non è per niente facile definire cosa sia Hyperion. Ha la forma della fantascienza, ma l'ambizione di essere una sorta di poema moderno, sulla scia di quelli di Dante, Milton e della poesia di Keats. Mica bruscolini.
La trama, volendo proprio semplificare, si intesse intorno a un pellegrinaggio. Sette personaggi sono stati scelti per raggiungere le Tombe del Tempo, luogo mitico (che viaggia nel tempo al contrario?) dove è a guardia un mostro inconoscibile, lo Shrike, in un mondo chiamato Hyperion in onore del poeta John Keats. Abitualmente, i pellegrinaggi alle Tombe del Tempo si concludono con la morte di tutti i pellegrini tranne uno, questa volta, però, nessuno ha scelto spontaneamente di intraprendere il viaggio. 
Il romanzo altro non è che la somma dei racconti dei pellegrini.
Già questo dovrebbe lasciare intendere quali siano i riferimenti letterari dell'opera, non proprio razzi e spade laser, senza nulla togliere a razzi e spade laser.
Appare ben presto chiaro che il pellegrinaggio ha a che fare con cosette lievi come la fede, la fine dell'umanità, il senso della poesia, la distruzione dei mondi in cui viviamo, bazzecole così.
I racconti dei pellegrini oscillano tra l'estremamente inquietante e lo struggente, ognuno trasporta in un mondo altro, sorretto da un prosa ricca di suggestioni e di riferimenti.
Difficile non trattenere un fremito di fronte all'orroifico racconto del prete e sfido chiunque sia dotato di un minimo di cuore a trattenere una lacrima sul racconto dello studioso Il fiume Lete sa d'amaro. L'idea alla base di questo racconto non è nuova, tutti abbiamo visto Il curioso caso di Benjamin Button, ma il racconto di un padre costretto a vedere la propria figlia ringiovanire ogni giorno e perdere ogni giorno la memoria di quanto vissuto rientra a buon diritto tra le cose più strazianti che io abbia mai letto.

Cercando recensioni in rete, troverete lettori perplessi di fronte alla frammentarietà di quest'opera e a uno stile che non è proprio quello veloce e secco dei romanzi d'azione. Qui siamo dalle parti della grande fantascienza filosofico/sociale, molto più affine alla mia amata Le Guin e che al concetto mainstream di "fantascienza". I riferimenti filosofici, letterari e religiosi non si contano, pur essendo immersi in un altrove del tutto coerente e non rinunciando a lanciare chiare staffilate all'oggi (il sistema editoriale di questo futuro non sembra affatto diverso da quello di oggi...). 
Il risultato è una lettura lenta e meditativa, ricca di spunti e suggestioni, che genera domande e non risposte.

Non finisce, Hyperion.
Non porta a termine il pellegrinaggio. Certo, ci sono altri tre romanzi che mi attendono (sia grazie a Fanucci per averli rimessi sul mercato), ma nel saggio dell'autore che apre questa mia vetusta edizione, è chiaro come questo finale fosse quello originariamente voluto. E a me piace così. Con il lettore lasciato a immaginare cosa attenda davvero i pellegrini alle Tombe del Tempo, dall'altra parte dell'arcobaleno.
Leggerò gli altri romanzi, ovviamente, quest'estate sarà probabilmente, per me "l'estate de I canti di Hyperion". Eppure, senza considerare i seguiti, questo romanzo, così com'è, con questa struttura medioevale e le sue mille suggestioni, rimarrà per sempre nel mio immaginario, a dare forma ai miei sogni e ai miei incubi.

Avete letto Hyperion?
No?
Ah... Hyperion...

AGGIORNAMENTO 11 GIUGNO
È di oggi la notizia che da Hyperion trarranno una serie tv. Che lo Shrike prenda tutti coloro che non se ne riveleranno all'altezza. 

6 commenti:

  1. Ah... Hyperion...;)

    Uno di quei libri che mi piacerebbe non aver ancora letto per poterlo riscoprire, e penso di aver detto tutto.

    RispondiElimina
  2. Dubbio... vorrei sospirare anch'io su Hyperion, ma non so se allungare la lista dei "devo leggere". Non è terribile sapere di non poter leggere tutto, ma proprio tutto quello che si vuole in una sola vita? D'altra parte dà un valore ancora maggiore alla lettura. Perciò medito... e sospiro preventivamente. :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Conoscendo i tuoi gusti questa per te potrebbe essere davvero una gran lettura. L'ebook lo trovi a 4,99€, un ottimo investimento! E poi quando la serie farà furore potrai fare quella saggia che l'aveva già letto...

      Elimina
    2. Acc, il moby... io ho il lettore Sony, perciò mi servirebbe l'epub. Non so quali nefandezze escano se tento una conversione con qualche software...

      Elimina