mercoledì 13 agosto 2014

Urca le Orcadi, parte seconda. - Strane storie

Strani riti funebri


Mi sono ripromessa di non parlare qui del neolitico delle Orcadi, perché ne uscirebbe una seconda tesi di laurea, mi limito alle curiosità.

Le isole sono cosparse di siti e tombe. Tombe a tumulo, antenate delle Piramidi, tombe trovate per lo più intatte con gli scheletri ben accatastati. Erano ordinati, i neolitici delle Orcadi: i teschi di qua, i femori di là in mucchi ben impilati. Va da sé che per ottenere un tale ordine le ossa è meglio averle già spolpate. Da questa considerazione sono seguiti tutta una serie di studi e di strane scoperte. 
Pare che i morti venissero esposti all'aria e dati in pasto alle aquile. Sono una volta che le ossa erano state ripulite venivano poi sistemate nelle enormi tombe comuni.
Al di là delle implicazioni culturali (nel neolitico non mi pare che un rito simile sia attestato in altre parti d'Europa, ci sono delle similitudini in Tibet e in alcune culture nativo americane) ho pensato che sarebbe un fantastico scherzo postumo, oltre che uno spunto narrativo. Immaginiamo un  riccone che vincoli il trapasso dell'eredità all'esecuzione di questo antico rito funebre orcheningo. Non abbiamo giù una storia?

Nessun santo che non sia armato

Eccomi alla porta della cattedrale di San Magno. Ma chi era San Magno? 
Di fatto il mite Magno era un piratone vichingo, convertitosi al cristianesimo e dotato di un ottimo ufficio stampa, gestito dal nipote. Questi infatti, promise di erigergli una cattedrale se avesse sconfitto i suoi nemici. Nel frattempo il buon Magno assurgeva ad eroe nelle saghe locali. Distinguerlo nelle raffigurazioni è facile: impugna sempre un grosso spadone, come a volerti sfidare a non riconoscere la sua santità. Lo stesso spadone che deve aver tenuto presente ormai a fine ottocento il papa che ratificò il suo culto. Se non lo avesse fatto sarebbe stato un po' difficile spiegarlo agli abitanti di Kirwall, la città di Magno, che da secoli pregano nella sua cattedrale e ogni capodanno si sfidano in una sorta di battaglia di strada (che di certo il loro protettore guarda con favore).
Sta di fatto che san Magno si è insediato nella sua cattedrale con quasi sette secoli di anticipo sulla propria canonizzazione, ma non è solo. Gli fa compagnia sant'Olaf, rappresentato sempre con la sua ascia da guerra. A ben vedere non ci sono molte figure non armate nella cattedrale di San Magno. C'è anche la tomba di un esploratore artico, ritratto mentre dorme il suo eterno riposo abbracciato al proprio fucile. Ma mi è venuto il dubbio che la catechesi locale salti il passaggio sul porgere l'altra guancia...

Un tocco d'Italia

Ecco, immaginiamoci allo scoppio della seconda guerra mondiale. Un soldato come tanti dei nostri obbligato a partire per la guerra. Mentre saluta la famiglia e osserva il vicino di casa pronto a partire per la Russia con scarpe di cartone, ha almeno una consolazione:
 – Almeno, cara, non soffrirò il freddo: andrò in Africa!
Il nostro soldato, però, catturato dagli inglesi potrebbe essere uno dei quasi 600 prigionieri italiani finiti alle Orcadi.
All'epoca alle Orcadi c'era uno dei più importanti porti militari della Gran Bretagna. All'inizio del conflitto, però, un sottomarino tedesco riuscì a infilarsi nella baia, abbattendo una nave che calò a picco con i suoi oltre 800 soldati imbarcati. Fu così deciso di costruire una serie di muraglioni difensivi che unissero tra loto alcune delle isole. I prigionieri italiani furono in gran parte impegnati in quest'immensa opera (oggi sopra i muraglioni corre la strada che è il principale collegamento tra le isole). Quelli tra loro che avevano uno spiccato talento artistico furono però distaccati a decorare un container adibito a chiesa che è tutt'ora il più colorato monumento delle Orcadi, la "Cappella degli Italiani". Ed è bello ogni tanto andare in vacanza in un posto dove Italia non sia uguale a "pizza, mandolino e mafia", ma "chiesa colorata e opere pubbliche".
Che poi il colore della Cappella degli Italiani sia necessario lo si capisce anche solo abbassando lo sguardo al mare sottostante:

7 commenti:

  1. Da qui la cappella degli italiani sembra fatta di lego. Bellissimo viaggio. Sandra

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    1. Sì, hai ragione. All'interno è molto carina, tutta affrescata.

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  2. Mi hai incuriosita con questi riti funebri; vorrei saperene di più. Magari in rete trovo qualcosa. (Carina la Ceppella degli Italiani! Noi ci siamo arrivati per caso, e ci è sembrata proprio una strana scoperta.)

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    1. Se ti interessa ti scrivo qualcosa su fb (attenta, sono laureata in archeologia del neolitico e se mi si da il la tendo a non fermarmi).

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    2. Mi sento molto propensa a rischiare! Solo se non ti ruba troppo tempo.

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  3. Grazie, mi hai dato una destinazione da aggiungere alla mia lista di luoghi da visitare... quando avrò i soldi per farlo. Sigh! Per ora sogno :)

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  4. È un po' macchino arrivarci, ma le Orcadi, in sé non sono costose. Possono essere visitate anche con un piccolo budget.

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