mercoledì 22 gennaio 2014

Scrittevolezze - L'Agente Letterario, chi è costui?


Oggi ci stacchiamo un poco dalle abituali questioni tecniche inerenti alla scrittura per dare uno sguardo a una particolare figura editoriale che per molti anni, in retrospettiva probabilmente a torto, ho ignorato.

Chi è e che cosa fa un agente letterario?
Un Agente Lettarario fa da tramite tra un autore e un editore. Presenta le opere di un autore agli editori, si presume con più cognizione di causa e di mercato rispetto all'autore stesso e ne tutela i diritti quando viene stilato in contratto. Vigila sul pagamento dei diritti d'autore, in generale dovrebbe semplificare i rapporti tra autore e editore e favorire i contatti con agenzie/case editrici estere per la diffusione dell'opera in paesi europei.

Quando non serve un agente letterario?
Ci sono autori, anche affermati che aborrono gli agenti, quindi ne si può fare a meno. 
Per come la vedo io, come in ogni campo, chi fa da sé fa per tre, probabilmente guadagna per due, ma si sbatte per quattro. Quindi gli autori che vogliono avere il controllo totale su tutto ciò che fanno, pronti a vigilare come falchi sui propri diritti possono vivere tranquillamente senza un agente. Immagino ad esempio mio padre, uno che non ha paura di citare in giudizio chiunque secondo lui non abbia rispettato un qualsivoglia accordo preso e che quando sa di aver ragione non arretra di un millimetro, non avrebbe alcun bisogno di un agente letterario, se fosse uno scrittore (anzi, entro un numero non infinito di mesi porterebbe in tribunale anche l'agente, vincendo, probabilmente, dato che fino ad ora ha sempre avuto ragione). 
Se ci si trova talmente bene col proprio editore, sicuri che tutte le proprie opere troveranno lì una casa sicura non si ha alcun bisogno di un agente.
Se si scrivono opere di nicchia che possono interessare un numero limitato di editori nessun agente sarà mai interessato a rappresentarvi.
Quando si lavora con la piccola editoria è inutile mettere in campo una terza figura (anche da un punto di vista economico).

A cosa serve, in pratica, un agente letterario?
Ad avere qualcuno dalla tua parte. Non per bontà d'animo, badate bene, ma perché un agente guadagna sui guadagni degli autori. Nessun guadagno per l'autore, nessuno per l'agente. Quindi l'agente, si presume, accetterà di rappresentare solo autori in cui crede e farà di tutto per "piazzarli". Per lo stesso motivo contrattare per un anticipo e vigilare per un puntuale pagamento dei diritti d'autore è tutto interesse dell'agente.
Si presume, inoltre, che un buon agente possa bussare anche a quegli editori che non accettano manoscritti e riesca a ottenere risposte in tempi ragionevoli. Un buon agente deve avere la fiducia delle case editrici che sanno che da lui/lei arrivano opere di buona qualità e con un potenziale commerciale (non parliamo di enti di beneficenza) e che quindi vengono valutate in tempi molto più brevi rispetto a quelle degli "invii spontanei".
Infine un buon agente, in virtù del contatto continuo con gli editori sa meglio di un autore cosa il tale editore cerca in quel momento agendo con più cognizione di causa.
Un agente, sia chiaro, non dà certezze. Può essere che, nonostante la buona volontà di tutti, vada buca e nessuna casa editrice sia interessata a quel romanzo che l'agente con tanta dedizione ha proposto. In questo caso, per lo meno, le spese di spedizione e di tempo sono solo a carico dell'agente.

Come si contatta un Agente Letterario?
Qui vengono le dolenti note, almeno per gli aspiranti scrittori ancora sconosciuti.
La buona notizia è che gli agenti letterari fanno scouting. Vanno a cercarsi gli autori da rappresentare. Certo, si entra nel circolo un po' assurdo del "per pubblicare devi aver già pubblicato". Nel senso che per fare scouting gli agenti devono poter leggere qualcosa dell'aspirante scrittore, non arrivano né ai cassetti né ai file criptati dei computer. Tengono d'occhio concorsi letterari, blog molto visitati, siti di scrittura, piccole case editrici di qualità, riviste cartacee e virtuali. Va da sé che, però, perché si accorgano di un testo, deve già essere accaduto un piccolo miracolo e il testo deve essersi fatto notare.
Se nessun agente vi viene a cercare si può andare a bussare alla loro porta e, qui viene la cattiva notizia, in quasi tutte le agenzie letterarie per essere letti si paga. Il costo della lettura varia, si va dalle decine alle centinaia di euro, e non garantisce nulla. Se il testo convince l'agente si viene rappresentati, in caso contrario, amici come prima (dopo aver pagato). La cosa ha un suo senso, il tempo dell'agente non è gratis, ma mi rendo conto che può essere frustrante. Essere rifiutati da una casa editrice, per quanto importante, è gratis, essere rifiutati da un agente spesso non lo è. Inoltre mi viene riferito che i tempi di lettura non sono brevissimi, paragonabili a quelli delle case editrici.

Tenar e le agenzie letterarie
In modo non così lineare come può sembrare, ho da poco firmato un contratto di rappresentanza. È troppo presto per sapere se la cosa avrà effetti oppure no, ma per il momento posso riassumere il processo mentale che mi ha portato a questa decisione. 
A oggi ho due contratti "attivi" firmati senza intermediari, uno per il romanzo edito e uno per il romanzo che uscirà a ottobre, entrambi con case editrici che stimo e di cui mi fido, che hanno una precisa linea editoriale. Io, come autrice, ho una linea editoriale meno definita, cioè non so cosa potrei scrivere tra tre mesi quindi, avendo anche un lavoro, una famiglia e un'associazione culturale con cui collaboro il tempo per stare dietro a tutto iniziava a scarseggiare, l'agente semplifica la cosa. Spedisco il romanzo a lei e me ne dimentico finché non mi giungono notizie. Per carattere, inoltre, sono un'insicura cronica, quindi avere qualcuno che mi sta dietro e mi sprona a scrivere è già di per sé un enorme aiuto. Infine, il guadagno dell'agente sta tutto nei miei (ipotetici) guadagni. Al momento le entrate economiche sono, nel mio rapporto con la scrittura, del tutto secondarie, non è così con le uscite, quindi il sapere che se va male non ci perdo nulla mi rassicura molto.
L'agente non l'ho cercata, l'ho incontrata. Questo è un punto da non sottovalutare. Per il discorso di cui sopra sulle uscite, non so se l'avrei cercata. Forse non ho mai creduto abbastanza in me per spendere per una valutazione. Qui, però, si entra molto nel personale e non mi sento di fare commenti netti.

Qualche link
I link che seguono servono solo a farsi un'idea di cosa sia un'agenzia letteraria, non hanno valore di consiglio. Ce ne sono molte altre, queste sono solo le prime tre che mi sono venute in mente, in ordine rigorosamente alfabetico.



4 commenti:

  1. Tempo fa scrissi un post da guest in un blog, lo ricorderai forse, sulla figura dell'agente che definii "un vecchio zio" che scatenò molte polemiche, io me la presi abbastanza, perchè lessi tra i commenti una malfidenza fastidiosa verso le mie parole. Oggi lo riscriverei pari-pari e nel tuo post ritrovo la descrizione di questa figura un po' misteriosa. Continuo a non avere un agente al mio fianco, pur avendo sfiorato l'accordo con molti e sono in attesa di una risposta, a breve, da parte di un'agenzia piuttosto nota, il mio testo ha passato la prima selezione e lo stanno approfondendo. Sono molto combattuta, perchè se diranno sì significherà abbandonare l'attuale editore che vorrebbe costruire un rapporto duraturo con me, ma che è purtroppo molto piccolo. Lascio fare al destino: se decideranno di rappresentarmi ne sarò contenta, se decideranno di no, non cercherò altri agenti.
    Ci sono diverse buone agenzie che leggono i manoscritti gratuitamente e credo che sia una buona carta da giocare, tutto sommato avere un agente significa valere un qualcosina perchè credo che nessuno si sognerebbe di rappresentare un incapace. Al contrario non averlo non significa non valere nulla, perchè come in tutte le cose occorre anche quel pizzico di fortuna, giornata felice. Un bacio

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    1. Avere un agente letterario, mi pare di capire, non è affatto indispensabile. È anche una questione di controllo e di carattere. Più ci sono intermediari tra autore e lettore e meno controllo si ha dell'opera, per alcuni questo è inconcepibile. D'altro canto un'agenzia letteraria offre dei servizi indubbiamente utili.
      L'importante per me era far capire che:
      - la rappresentanza non può essere a carico dell'autore, l'agente guadagna solo quando guadagna l'autore
      - la rappresentanza d'altro canto non è un atto dovuto e quindi non basta volere l'agente per averlo.
      - la rappresentanza non garantisce nulla. È un aiuto in più, non un successo automatico.
      Detto questo le agenzie letterarie sono molte, alcune serie, altre meno. Per capire se sono serie basta guardare sul loro sito quali sono gli autori con cui lavorano e per quali case editrici pubblicano. Io non ho mai avuto contatti diretti con agenzie che leggono gratuitamente tutti i manoscritti, quelle che ho linkato lo fanno a pagamento e anche questa è una cosa che ogni autore deve valutare (io a suo tempo giudicai Agenzia Letteraria Internazionale troppo cara).

      Per il resto in bocca al lupo per il tuo romanzo!

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    2. ALI e Grandi & Associati credo siano le più care in assoluto. Silvia Meucci - eccezionale - valuta gratuitamente, ma è difficile arrivare a farsi leggere perchè accetta 10 manoscritti al mese. Sul Romanzo è un'altra gratuita.
      Grazie, vediamo insomma, siamo sulla giostra. : ) Sandra

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  2. Ho fatto un giro in rete, alcune agenzie fanno preventivi personalizzati, in generale, per le agenzie che hanno una lista ragionevole di autori di buon livello rappresentati, i prezzi variano da un minimo di 150€ a un massimo di 600€ (un'agenzia che non conoscevo e spero ancora di aver letto male perché mi sembra oggettivamente troppo)

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