venerdì 30 agosto 2013

Come gigli di sabbia


Sono stata conquistata da questi gigli di sabbia che crescono sulle dune delle spiagge sarde, apparentemente troppo delicati per il sole d'agosto, con il loro candore da bucaneve. Fragili tra i piedi dei turisti, ostinati nella loro ricerca di vita. E bellissimi quando si aprono al sole.
Credo che le mie ambizioni di scrittrice siano più o meno così, fragili e ostinate, un miracolo ogni volta che riescono a sbocciare.
Questi sono stati mesi di scrittura. Ho finito l'apocrifo sherlockiano che è stato inviato a chi di dovere. È stato letto in tempi davvero record. C'è del lavoro da fare e una serie di "se", alcuni dei quali non dipendono ne da me né dall'editore. Se, se, se potrebbe vedere la luce nel gennaio 2015. Sul momento mi è sembrato un tempo quasi geologico, ma, se la cosa si realizzasse, il libro arriverebbe in libreria a due anni esatti dalla prima parola scritta, una cosa che, se mi fosse stata raccontata un anno fa, mi sarebbe sembrata fantascienza.
Ho scritto racconti. Nell'ultimo anno ho perso alcuni concorsi perché non sono riuscita a completare in tempo i racconti, così mi sono portata avanti. Ne ho terminati due, lunghi, che insieme fanno quasi 80000 battute.
I miei racconti gialli si stanno evolvendo. Prima i miei assassini erano facilmente identificabili, poi dovevano commettere errori per essere individuati. Adesso sono approdata quasi senza volerlo al noir puro. I miei assassini iniziano a rimanere impuniti.
Mi sono trovata in mezzo a un racconto desolata, persa insieme al protagonista in una notte senza stelle e mi sono sentita un mostro per aver ideato una storia simile, in cui si uccide per futili motivi e la bontà è solo una rara condanna.

Un racconto dai toni più leggeri uscirà a breve.
LA BAMBINA DALLE MANI GRIGIE
Sarà dal 22 settembre nell'antologia DELITTI DI LAGO edito da Eclissi Editrice.

Sono anche, chi l'avrebbe mai detto, dall'altra parte della barricata. Finita chissà come a essere membro di una giuria di un concorso letterario per romanzi insieme a agenti letterari e scrittori di primo livello. Un'esperienza intensa e strana di cui la cosa che più mi colpisce, positivamente, è il rigore. Delle opere che devo leggere non conosco l'autore, neppure come pseudonimo, tanto che tra giurati si sta giocando a indovinarne almeno il sesso. Posso parlare delle opere con i miei colleghi solo in termini vaghi, per non influenzarci a vicenda.
Io cerco di leggere nel modo più neutro possibile, al di là dei gusti personali, cercando di dare a questi testi l'attenzione che vorrei fosse riservata ai miei. E spero di innamorarmi davvero di un romanzo per poter dire con orgoglio "l'ho amato prima che altri potessero leggerlo"

Infine, ultima comunicazione, su Kultural (link qua a lato), c'è una recensione più approfondita di un libro che ho molto amato, Dritto al Cuore di E. Bucciarelli.

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